Il libro del mese

Addio e ancora addio di Larry Watson, Mattioli 1885

Torniamo a consigliare un altro libro dello scrittore americano, originario del North Dakota, Larry Watson. Questa volta siamo sempre nel Montana, ma non nell’immediato e turbolento dopoguerra, bensì negli anni della ricostruzione, del cambiamento sociale più repentino e profondo che il genere umano abbia conosciuto a livello planetario: gli anni sessanta. Proprio questa potentissima spinta verso il futuro portava ad affrontare miti e ruoli sociali che improvvisamente stavano stretti oppure apparivano superati. Tutto questo lo troviamo tra le righe di questa opera, come un fiume carsico che scorre sotto la vita apparentemente sempre uguale in una cittadina del Montana, Galvistone. Qui vive Bill con la sua famiglia. Un uomo tranquillo, lavoratore, innamorato di sua moglie, uno dei tanti bravi uomini invisibili che popolano il nostro mondo. Un giorno costui si avventura tra le colline inospitali della contea per trovare Caleb, il vecchio padre che non vede da anni. Da quando egli ha deciso di ritirarsi dal mondo civile e vivere in totale solitudine. L’incontro fra i due uomini avviene perché Bill deve portare la moglie a far un piccolo intervento chirurgico, per cui serve una figura autorevole e adulta per badare ai due figli di Bill, una giovane adolescente e un ragazzino delle medie. Da questo spunto parte una storia che ci porta nel cuore profondo della provincia americana, Con le sue casette, i dialetti, i vicini di casa inopportuni o solidali, le gite al fiume e gli scontri fra bande di ragazzini. Tutto materiale per parlare di temi come la fragilità umana che tocca ogni personaggio di questo libro. La figlia maggiore di Bill si sente perseguitata da un corteggiatore troppo pressante, vive le contraddizioni della sua città (è l’unica che fa un vero e proprio discorso sul tema dei nativi americani e delle colpe americane) mentre il figlio minore vive un intenso rapporto di appartenenza e distacco con i suoi amici, soprattutto per il fatto che questi non fanno altro che insistere con lui affinché li aiuti a vedere la sorella nuda. Questa cosa porta il ragazzino a provare vergogna nei confronti del sesso, ma anche un odio feroce verso i suoi amici. Assecondarli, perché in fondo è un debole, o risolvere la cosa come i cowboy, da veri uomini? Tutto questo disagio passa sotto gli occhi dei loro genitori, a loro volta persi in timori, piccoli cedimenti, paure ingestibili. Caleb dovrebbe essere l’uomo privo di convenzioni sociali, scevro da ogni influenza nefasta del suo tempo che, come un antico cavaliere errante, ma senza fido destriero, arriva a salvare la famiglia e a rimettere al loro posto le cose.Potrebbe sembrare così, ma Watson fa un discorso di rinnovamento degli stereotipi e dei luoghi comuni, cercando un giusto equilibrio e trovandolo. Il nonno ha elementi di grande fascino, porta sulle spalle la colpa di un evento tragico che riguarda il suo passato, ha momenti di disarmante umanità e allo stesso tempo non riesce a liberarsi dal ruolo di cowboy, giustiziere, duro che non deve tener conto di niente e nessuno. Questo elemento porta il romanzo su un terreno minato, ricco di sorprese, tensioni, perché il lettore non saprà mai cosa combinerà Caleb. Farà la cosa giusta o sarà lui stesso un problema? Watson smonta il mito del cowboy, del maschio alpha, del maschile come metodo di vita che non concede spazio ai dubbi, alla riflessione, alla capacità di capire ed adattarsi ai cambiamenti.. Il tutto con un linguaggio diretto eppure non semplicistico, attraverso descrizioni di personaggi vivi, palpitanti, smarriti, ma non deboli.Una straordinaria opera letteraria, che vi consigliamo vivamente di leggere.