Descrizione
Un intenso romanzo d’esordio vincitore del Premio dell’Unione europea: la storia, ispirata a un fatto vero, di un gruppo che decide di smettere di mangiare, tra illusioni, autoinganni e manipolazioni.
«Noi siamo luce. Noi siamo amore. Noi siamo suoni ovunque. Noi siamo cellule piene di vita. Noi siamo niente. Noi siamo già tutto.»
Vivere di sola luce, liberare il corpo dalla schiavitù del cibo per crescere interiormente. È il sogno di Melodie, che con le migliori intenzioni trascina nel suo progetto estremo tre persone segnate come lei dalle sofferenze della vita: la sorella Elisabeth, più anziana, Muriël e Petrus. Violoncellista mancata e leader risoluta ma suadente della piccola comunità Suono e Amore, Melodie guida da qualche tempo i tre compagni nella pratica della musica, della meditazione e dell’apertura alle emozioni proprie e altrui, in un cammino verso l’accoglimento di se stessi e l’armonia generale. Culmine del percorso è il «processo dei 9 giorni», con cui i quattro si sottraggono alla «dipendenza» dal cibo per vivere «un’esistenza più naturale e sostenibile», in sintonia tra loro e con il mondo. Ma una notte Elisabeth muore di denutrizione, dopo che il gruppo le è rimasto accanto senza chiamare soccorso. Una morte «molto naturale», si difende Melodie quando i tre, da idealisti che erano, diventano per la polizia possibili criminali. E ora che ciascuno nella sua cella può chiedersi chi è senza gli altri, venticinque testimoni-narratori ricostruiscono a turno i fatti e s’immergono nella coscienza dei personaggi, portandone a galla le illusioni, i ricorsi all’autogiustificazione e i nuovi interrogativi. La storia che ne risulta, sfaccettata, intensa e venata d’ironia, s’ispira a un fatto di cronaca e ci offre uno spaccato del nostro tempo, colto nel momento in cui l’aspirazione a migliorarsi e il bisogno atavico di appartenenza incrociano le nuove forme di irrazionalismo e deragliano.