Descrizione
Con il suo sguardo acuto e pieno di humour Enrica Tesio ci apre un diario privato di fatiche collettive, dodici per la precisione, come quelle di Ercole. Con un’unica raccomandazione: stasera, quando tornate a casa, date una carezza a un adulto stanco e ditegli ?questa è la carezza dell’ex papa?.
Mi torna in mente la questione di Dio, che il settimo giorno si è riposato e io no. Ho la certezza che non c’entrasse la stanchezza. Non si è fermato perché non ce la faceva più, si è riposato perché voleva contemplare quello che aveva fatto. Come si contempla il fuoco in un camino, la polvere nella luce, la vita in un bambino.
L’11 febbraio 2013, nel cuore di una serata di ordinario delirio tra figli piccoli, lavoro arretrato e incombenze domestiche, dalla tv arriva una notizia stupefacente: il papa si è dimesso. Non è malato, non è in crisi spirituale, è afflitto dalla patologia del secolo, la stanchezza. In quel momento Enrica Tesio si sente «parte di qualcosa di grande e insieme sola in modo assoluto». Perché no, noi non possiamo dimetterci. Noi siamo il popolo del multitasking che diventa multistanching. Siamo quelli che in ogni istante libero “scrollano” pagine social per misurare le vite degli altri, quelli che riempiono di impegni il tempo dei figli per il terrore di non stimolarli abbastanza, quelli che di giorno si portano il computer in salotto per lavorare e la sera in camera da letto per guardare una serie ma intanto rispondere all’ultima mail… quelli che, per riposarsi, si devono concentrare.