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Ci sono libri che non puoi abbandonare. Non riesci a farlo neppure quando sei costretta a chiuderli e a interromperne la lettura per dedicarti a quella grande rottura di scatole che può essere la vita. Ecco, La cartolina è uno di questi libri. Grazie Anne per averlo scritto.

Una cartolina con solo quattro nomi: Ephraim, Emma, Noemie e Jacques. Il destinatario una donna morta da tempo.
E’ così che inizia l’avventura di Anne alla scoperta del passato della sua famiglia di cui ricostruisce vicende che nessuno le ha mai raccontato; non la madre, troppo immersa nei suoi studi e sempre evasiva quando parla della sua famiglia di origine; non la nonna con cui ha passato le estati della sua infanzia nella campagna della Francia del sud, sempre impegnata in qualcosa di pratico o in qualche faccenda in casa. Altri parenti Anne non ne ha perché la madre è figlia unica e la famiglia della nonna non l’ha mai conosciuta, sa solo che i suoi bisnonni e i suoi prozii sono morti durante la guerra nei campi di concentramento, qualcosa che a nessuno va di ricordare.
Anne, partendo da questa misteriosa cartolina, comincia così a scavare nel suo passato, a scoprire cosa significa, ancora oggi, essere ebrei anche se lei non ha mai frequentato una sinagoga né ha mai festeggiato qualcuna delle festività tradizionali del popolo ebraico.
La scrittrice Anne Berest si racconta in questo romanzo autobiografico senza paura né pudore; rievoca un passato doloroso che lei aveva sempre ignorato ma che non può essere ignorato perché è parte integrante della storia del secolo scorso e la storia è memoria che non si deve perdere, perché dal passato arriva l’antidoto per non commettere gli stessi  errori nel presente.
La scrittura della Berest è una di quelle che conquista, che ti permette di immergerti totalmente nelle sue atmosfere e di continuare a vivere nelle pagine del romanzo anche quando lo hai deposto per fare altro, anche quando la lettura si interrompe perché, nella vita, dedicarsi solo a immergersi nelle storie altrui non è possibile (magari lo fosse!). I personaggi di questo romanzo ti si incollano addosso e cominci a ragionare con loro come se fossero tuoi amici o familiari. Anche tu lettore vuoi assolutamente sapere di più della vita di Ephraim, Emma, Noemie e Jacques, anche quando quel sapere si fa troppo doloroso e vorresti ignorarlo. Perché non si può scegliere di non sapere, di ignorare certi eventi enormi e mostruosi perché, anche quando sembra impossibile, sono uomini come noi che li hanno compiuti deliberatamente.
La ricerca di Anne la porterà, non solo a scoprire chi ha scritto la cartolina, ma anche a capire di più di se stessa, delle sue scelte e della sua vita; le farà valutare in modo diverso il rapporto con la madre e quello con la figlia e scoprirà un senso di appartenenza a un popolo che, fino a quel momento, per lei era solo qualcosa che si studiava sui libri di storia.