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L’esordiente Bernardo Zannoni  è l’autore di un libro assolutamente originale, che ambienta in un classico bosco da fiaba le amarissime dinamiche e consapevolezze del genere umano. Donandoci un’opera assolutamente cruda e dolente.

In un immenso bosco convivono uomini e animali. Il romanzo ci narra la storia di questi ultimi. In particolare ci soffermiamo sulle peripizie del protagonista Archie da quando è cucciolo fino alla vecchiaia. Esso nasce in una famiglia numerosa e in grosse difficoltà economiche. Il padre è stato ucciso da un uomo, la madre non è adatta a crescere i figli che vede come un peso. I pochi momenti di gioia dell’infanzia si concludono il giorno in cui Archie (per colpa di un banale incidente) diventa zoppo. Per questo motivo la madre lo vende in cambio di una gallina all’usuraio del bosco, la volpe Solomon. Dopo giorni assai difficili e violenti, il nostro Archie comincia ad abituarsi alla vita nel negozio della volpe e alla compagnia del cane Gioiele, usato da Solomon per spaventare o eliminare chi non paga i suoi debiti. Le cose prenderanno una piega inaspettata quando Archie scoprirà che la volpe sa leggere i libri degli uomini, uno in particolare che parla di Dio. La faina capirà il significato di morire, soffrire, vivere. Dovrà affrontare il desiderio di essere felice, amare, lasciare qualcosa di buono e la violenza spiccia dei forti sui deboli, l’abbandono e lo sfascio famigliare, la perdita dell’amore e il tentativo di sostituirlo con un altro, i trucchi meschini per sconfiggere i nemici e l’amore totale per Solomon.  Nel frattempo il bosco rimane indifferente alle sue gioie, ai dolori e agli stupidi intenti.

A volte capita di imbatterci in libri che non si concludono dopo la lettura. Opere in cui la parola fine ha poca importanza perché ci accompagnano quasi quotidianamente. Talora, mentre meno te l’aspetti, torni nei luoghi del romanzo, ti soffermi su una frase, un personaggio e devi far i conti col dolore e la speranza. Sono libri che ci garba definire importanti. Proprio come questa opera di debutto di Bernardo Zannoni. Costui con uno stile essenziale, preciso, palpitante e spedito ci offre una visione dolente, amara, cruda, ma non cinica dell’esistenza. Prendendo come protagonisti gli animali di un bosco e donando a loro alcune funzioni umane – fanno la spesa e altri lavoretti- ci parla del genere umano, di Dio (delle speranze che poniamo in lui), di amore persi e dei nostri stupidi intenti. Feroce e commovente, assolutamente da leggere.

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